venerdì 31 marzo 2017

Gita a Ravenna






Gita a RAVENNA
(mercoledì 29 - venerdì 31 marzo 2017)

Al termine del corso che ho svolto su Roma medievale, mi è parso interessante approfondire uno dei temi dell’arte di quei secoli poco noti, i mosaici, con la gita a Ravenna, città erede storica e artistica della grandezza imperiale di Roma, appena crollata con le invasioni della città nel V secolo.



Mi sono reso conto che nel corso ho fatto apprezzare meglio i mosaici medievali delle absidi di chiese a Roma, ma andava completata con la fonte bizantina di questa arte, per cui a Ravenna è stato possibile aggiungere questo importante anello di congiunzione tra arte orientale e occidentale.


La gita (29-31 marzo 2017) ha permesso di visitare tutti i monumenti con architetture e mosaici di Ravenna del periodo da prima della caduta dell’impero romano (476) fino a quella dell’Esarcato (751), circa 3 secoli e mezzo (V, VI, VII, metà VIII).

Tra le mie foto, ne ho scelte alcune, soprattutto di fine V-prima metà VI, con grande fatica per l’emozione, che mi hanno dato, forse le meno note, secondo me, e ve le ripropongo con brevi notazioni.

La gita è iniziata dalla basilica di S. Vitale (525-547), che mi è apparsa ancora più magica e affascinante nei colori del pomeriggio di sole.

Sintesi più gloriosa dell’arte ravennate, S. Vitale ve la mostro attraverso 4 particolari: scorcio del secondo ordine, il matroneo, da dove le donne seguivano le cerimonie e la messa; il mosaico del catino dell’abside; 3 particolari di capitelli a mosaico; il labirinto di marmo davanti all’abside.

La pianta ottagonale ha colpito tutti noi lì, non solo per la bellezza dei marmi, ma soprattutto per i riflessi di luce che giocano spostandosi sugli archi del deambulatorio a due piani (piano superiore per le donne, detto matroneo).

A me, è sembrato di rivedere la sintesi del Paradiso laico-religioso del mondo d’allora o futuro, come voi meglio credete o sperate.

Nell’abside, non vi ripropongo i noti mosaici con Giustiniano I e la corte e Teodora e le sue dame, ma sul catino, Cristo Pantocrate, cioè Benedicente, assiso su Globo azzurro, tra due arcangeli col Rotolo dai sette sigilli in mano, mentre con l'altra porge corona trionfale a S. Vitale, che avanza da sinistra con le mani coperte da ricchissima clamide, mentre protovescovo Ecclesio, a destra, col modello di chiesa da lui fondata.





Tre esempi di pulvini, capitelli di colonnine, che esaltano la bellezza di particolari, anche più piccoli, con simboli religiosi: S. Vitale, con la toga romana dei senatori e funzionari, ma soprattutto, le girali con foglie e frutta, spirali di mosaico bianco e dorato.




Nel presbiterio, di fronte all'altare, su lato del pavimento ottagonale, labirinto; piccole frecce partono dal centro e con precorso tortuoso si dirigono verso centro di Basilica.

Nei primi anni della cristianità, labirinto spesso simbolo del peccato e percorso di purificazione; via d'uscita dal labirinto atto di rinascita; dopo percorso del labirinto, si possono alzare occhi verso altare e contemplare mosaici, tra i più belli della cristianità.

Teodorico, ariano, decise di far convivere in pace Goti ariani e latini ortodossi (seguaci di dottrina riconosciuta da Chiesa e Impero romano d'Oriente), due popolazioni separate, distinti quartieri ed edifici di culto.


Cupola del Battistero degli Ariani tutta a mosaico, a fondo dorato, anche se più piccola di quella del Battistero Neoniano di mezzo secolo prima e meno complessa, con solo due registri circolari: al centro, battesimo di Cristo con Giovanni Battista, personificato fiume Giordano e colomba dello Spirito Santo. Nel registro esterno, trono vuoto dell' etimasia (trono vuoto, in alto, che rinvia a seconda venuta del Cristo) e 12 apostoli che offrono corone, divisi da esili palme.



Battistero Neoniano di ortodossi, all’ epoca, cristiani di retta dottrina rispetto ad eresia ariana.

Avviato ad inizi V da vesc. Orso, compiuto c. 450; col vesc. Neone mosaici della cupola (nel 458 c.).

Anche qui, battesimo di Cristo con Giovanni Battista, e seconda fascia con 12 apostoli, ma su sfondo azzurro, con vesti (toga e pallio), alternate nei colori bianco e oro, con in mano corone da offrire al Cristo. Testimonia rapporti con arte classica, mentre quelli col mondo bizantino nei vivaci colori, monumentalità e ieratici apostoli intervallati da candelabre;

da cerchio superiore pendono drappi bianchi, che formano corolla di fiore, visti dal basso.



Basilica di S. Apollinare Nuovo eretta da Teodorico (505), culto ariano.

Dopo la conquista di città dall' Impero bizantino (540), Giustiniano passò a Chiesa cattolica tutti gli edifici legati ai goti e arianesimo e integrati nel culto cattolico; questa basilica riconsacrata a S. Martino di Tours, difensore della fede cattolica e avversario d’ogni eresia.


Sulle pareti,contrapposte processioni di Martiri e Vergini in registro inferiore, eseguite sotto dominio bizantino, evidenziano caratteri d'arte dell'Impero d'Oriente: ripetitività di gesti, preziosità d’abiti (la foto ne mostra tre), mancanza di volume (figure appiattite o bidimensionali); assoluta frontalità, fissità di sguardi, quasi monocromia di sfondi (oro abbacinante), elementi vegetali riempitivi e ornamentali; manca piano d'appoggio per figure sospese, fluttuanti in spazio.

Duomo di Ravenna: intervento radicale nel XVIII demolì antica cattedrale, basilica Ursiana, e costruita nuova a tre navate in stile barocco; in parte inferiore della facciata, largo portico, terminato 1745, con arcata su ciascun fianco e tre su anteriore.

Nel braccio sinistro., sarcofago (450-500) con reliquie di S. Barbaziano, confessore di Galla Placidia; in marmo greco, a bassorilievo; su lato anteriore, 8 colonne ad angoli accoppiate dividono 5 nicchie, esterne con vaso e pianta all ’interno, tre centrali con tre figure di rigidità eccessiva: al centro, Cristo benedicente con libro aperto, a s. S. Paolo con libro in mano e a d. S. Pietro con croce; sul coperchio, corona con monogramma di Cristo, alfa e omega, 4 rosette, a fianco due croci gemmate (retro, croci semplici, monogramma nella corona).

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