venerdì 23 marzo 2018

Gita Siena 22 - 23 marzo 2018








GITA a SIENA (giovedì 22-venerdì 23 marzo 2018)


         Programma:
  • Piazza del Campo
  • Palazzo Pubblico
  • Museo Civico
  • Duomo
  • Museo Opera del Duomo
  • S. Maria della Scala

Scelta della gita a Siena non solo per approfondire i tanti legami storici e artistici con Roma, ma anche per verificare programma di visita dei monumenti principali in due giorni e una notte in albergo, mantenendo così costi bassi.


In autobus di linea si va da Roma in 3 ore, disponendo di un giorno e mezzo pieno per il programma indubbiamente impegnativo, che riproduco al lato.

Sono soddisfatto della gita, dei numerosi partecipanti, che hanno accettato i costi aggiuntivi per l’abbonamento agli ingressi ai monumenti nel programma, comprese radioline individuali per ascoltare le mie informazioni da guida per due giorni.
    















Il gradimento della gita da parte dei partecipanti è testimoniato dall’uso di alcune loro foto in questi commenti. Per questo, sono contento d’inserire loro foto di gruppo del tutto informale, prima d’iniziare la visita. 

La sorpresa è forte arrivando, con la vista della facciata del Palazzo Pubblico; il colpo d’occhio è completata con foto di parte della piazza dall’entrata della Torre del Mangia e, quindi, la facciata del Palazzo Pubblico alle spalle.






















A fine XIII, s’inizia acquisto di fabbricati sul Campo e a ristrutturare e ampliare esistenti (inizi XIV), Palazzo, Cappella e Dogana; costruita Torre del Mangia (1325-44), pavimento a mattoni (1333-34), selciato (1347-48). 
Tra 1293-97, avviato più ampio palazzo, in pietra fino a prime tre trifore, poi in laterizi entro 1310. 

Facciata: 4 ordini in corpo centrale e 3 in ali laterali; all'ordine inferiore, serie d’arcate, alcune inquadrano portali, altre grandi finestroni; a sinistra d’ingresso della torre, struttura a edicola; riflette epoche di costruzione: fino al primo ordine di trifore, pietra, poi laterizio; finestre, in stile senese con tre archetti gotici affiancati, poggiati su colonnine, tra archetti e arco acuto principale d’ogni finestra, balzana bianca e nera, stemma simbolo di Siena. Corpo centrale alzato d’un piano rispetto ad ali; al sommo, con cornice d’archetti pensili a pieno centro, merli guelfi, senza coda di rondine; due cellette campanarie vuote, a sinistra, del ‘700 per simmetria.


Piazza del Campo è l’incontro di vie per Roma, mare e Firenze; storia di piazza s’intreccia col palazzo Pubblico. 

Il Governo del ‘300 emanò leggi per uniformare facciate, spazi e fronti e allineare profilo e perimetro di spazi; nei punti nodali, tre principali vie e si capisce armonia di progetto unitario, frutto di passione senese per la bellezza. Tra più alte opere urbanistiche medievali, simile a valva di conchiglia inclinata a sud e 9 spicchi indicati da fasce bianche di pavimento in cotto; chiusa da cortina quasi continua d’edifici; 11 varchi mascherati da volte e più livelli d'abitato; geometria adattata a territorio, traduce progetto; pal. Pubblico chiude scena a valle, vi scendono dislivelli, cortine edilizie, pavimento, esaltandone simbolo.
Circonferenza 333 m, in due aree: di basso, invaso centrale, e a sud, pavimentato a mattoni a coltello e divisa in 9 spicchi, e cortina attorno, lastricata; numero 9 evocherebbe Governo dei Nove nel ‘300.
Museo del Pal. Pubblico, Sala del Mappamondo: Guidoriccio da Fogliano all'assedio di Montemassi (in alto, e dettaglio), sotto, frammento attribuito a Duccio e due santi del Sodoma.

















Nel museo del Palazzo Pubblico, le due opere più famose nella sala nel Mappamondo: Guidoriccio da Fogliano (1330) e Maestà di S. Martini.


Sono d’accordo con chi sostiene non solo ritratto di signore della guerra in specifica campagna, ma riflessione sulla guerra e cavalleria in generale.
Autore e data ancora assai controverse.

Guidoriccio considerato uno dei primi ritratti non religiosi e tra primi dipinti monumentali di paesaggio nell'arte occidentale; affascinante gualdrappa a rombi del cavallo, uguale al vestito del cavaliere, il massimo dell’orgoglio megalomane e militaresco del capo sul campo di battaglia o in parata (fa lo stesso, era comunque mercenario). 


Maestà, S. Martini (1312-15)


Nell'altra parte di stanza, affresco di S. Martini, Maestà: Madonna in trono col Bambino, circondata da angeli e santi; quattro santi in prima fila in basso protettori della città.

Colpisce eleganza di scena sotto baldacchino di stoffa e dolcezza della Vergine col Bambino, il leggerissimo vestito verde acqua con panneggi ricchissimi, al lato opposto della celebrazione militare di Guidoriccio. Intorno, folla di santi, sante e patroni della città


L’altro polo di Siena è il Duomo e complesso annesso del Museo dell'Opera del Duomo e l'Ospedale di Santa Maria della Scala.


Facciata inferiore di G. Pisano e riferibile a stile romanico-gotico di transizione; vi lavorò 1284-97, ma s’allontanò di colpo, probabile per critiche dal comune per sprechi e cattiva organizzazione; facciata superiore di Camaino di Crescentino (padre di più famoso Tino di Camaino), che vi lavorò 1299 c.-1317.
Nel complesso, facciata superiore in gotico fiorito; ai primi del XIV, senese L. Maitani iniziò facciata di Duomo d’Orvieto, influenzato da facciata superiore senese; però, tale stile applicato a tutta la facciata, invece di parte superiore, facciata di cattedrale orvietana perfeziona facciata senese.



Pulpito, Adorazione dei Magi
Pulpito di Nicola Pisano (1265-68), tra sculture più importanti del XIII; ottagonale, con rilievi e statuine a tutto tondo. 4 di 8 colonne poggiano su leoni, centrale su zoccolo ornato di figure con arti liberali e filosofia; archi a tutto sesto trilobati e, sopra capitelli, figure marmoree con virtù teologali cardinali e logica; su sguanci d’archi, profeti ed evangelisti. 


Pannelli principali: Visitazione e Natività; Adorazione dei Magi; Presentazione al Tempio e Fuga in Egitto; Strage degli Innocenti; Crocifissione; Giudizio Universale, Eletti, Dannati. 
Su spigoli, figure sporgono di più rispetto ai pannelli, ad esempio, Cristo Giudice tra pannelli del Giudizio Universale, o tetramorfo coi simboli dei quattro evangelisti.

Libreria Piccolomini: pareti con scene di vita di Pio II e volta

Libreria Piccolomini: per potenza e autorevolezza, dedicato spazio in cattedrale; costruita e ideata da nipote card. e poi Pio III, in memoria di zio e manoscritti collezionati, mai realizzata (documenti disegnati).

Affreschi di Pinturicchio e allievi, tra cui giovane Raffaello (1502-3 e 1505-7, dopo morte del committente Pio III); colori, prestigiosi vestiti, raffinati interni e paesaggi densi di dettagli; prospettiva in colonne dipinte e sfondo; su pareti, 10 scene con eventi più importanti di vita di Pio II, Enea Silvio Piccolomini.

Pregevoli antifonari miniati da Liberale da Verona e Girolamo da Cremona (seconda metà XV) e gruppo marmoreo delle Tre grazie.

 Matteo di Giovanni, Strage degli Innocenti










Pavimento: in commessi marmorei, unici tra italiani per inventiva, vastità e importanza d’autori; 56 riquadri con omogeneo disegno di Rivelazione della Scrittura, solo in piccola parte alterato per lunga attuazione o bisogno di celebrare storia cittadina; più antichi da 1350, ultimi nell‘800; più di 40 artisti, quasi tutti senesi, tra cui F. di Giorgio, Sassetta, Pinturicchio, N. di Bartolomeo de' Landi, A. Federighi, Urbano da Cortona e D. Beccafumi.

Anche la visita del Duomo dall’alto, lungo il cornicione dalla navata, ha permesso d’apprezzare ancor di più questo pavimento di quadri di marmo colorato, di cui vi mostro solo un esempio nel transetto sinistro.

Coro: 36 stalli decorati da vari maestri (1363-97), qui spostati dopo citata decisione del 1506, che sacrificò molti degli oltre 90 stalli originari; tra vari artisti che vi lavorarono, spiccano F. e G. del Tonghio.
Molto degli affreschi mi colpisce la bellezza delle spalliere intagliate (1503 c.) da fra' Giovanni da Verona, stalli centrali su disegno del Riccio da Teseo di Bartolino, Benedetto di Giovanni e aiuti (1567-70).

Incoronazione della Vergine
(pannello centrale della vetrata di Duccio)
Museo Opera del Duomo (in navata incompiuta di Duomo Nuovo): qui, vetrata originale (1287-88), copia su oculo 5,6 m diametro, in alto, in abside; più antica istoriata di manifattura italiana; unica di Duccio, tra poche di scuola senese; tra 3 opere di Duccio con data certa, molto 
importante per suo percorso d’arte. 
Morte della Vergine (in basso), Assunzione (al centro) e Incoronazione (in alto); scene coerenti a dedica di Cattedrale a Madonna Assunta; ai lati di Vergine Assunta, 4 santi protettori di Siena, Bartolomeo e Ansano a sinistra, Crescenzio e Savino a destra; ai 4 angoli, 4 evangelisti in trono e loro simboli (aquila per S. Giovanni, toro alato per S. Luca, leone alato S. Marco e angelo per S. Matteo).
Tra elementi più importanti e innovativi, troni architettonici
marmorei in Incoronazione e ad angoli 4 evangelisti; prima, ligneo di Duccio, Cimabue e tutti gli altri; primo marmoreo nel XIII e diffuso nel XIV, non solo Duccio e la sua cerchia.















Maestà di Duccio di Buoninsegna (1308-11) è l’altro pala capolavoro nel museo: legata a vittoria di Montaperti (1260), pala omaggia ancora protettrice, a cui dedicata Cattedrale, dove processione d’autorità religiose e civili la portò da studio di Duccio. 

Qui accanto, pannello frontale (4x2 m): Madonna col Bambino in grande trono, santi e angeli; c’è anche la predella con Infanzia di Cristo coi profeti. Questa Maestà ha impostato pittura italiana che s’allontana da arte bizantina verso figure più dirette della realtà. 

Il rovescio con vita della Vergine e di Cristo (in tutto, 43 scene; diversi pannelli dispersi o persi). 

La gita s’è conclusa ritornando vicino a Piazza del Campo con questo museo, sintesi della pittura senese dalle origini alla seconda metà del ‘400, ed è il più impegnativo per illustrare alcune opere di grandi maestri meno conosciuti, per cui mi limito a due opere come esempio e relative ai fratelli Lorenzetti.



Ambrogio Lorenzetti, Annunciazione (ultima sua opera, 1344). Capolavoro di spiritualità profonda e leggerezza di tratto unica: pavimento a scacchi preannuncia Rinascimento; composizione anticipa canoni per fortuna del tema. 
Piccola Maestà di A. Lorenzetti, prezioso come miniatura, concentra più alte qualità dell´arte senese del ‘300; altare da viaggio (tavola dipinta per altare), di dimensioni contenute per alto prelato della curia romana, unico esemplare di Maestà lorenzettiana di committenza privata. 

Grandioso uso di colori, tanto che colorismo senese toccò grado supremo; in parte superiore, colori contrapposti al fondo oro, che s’irradia da vesti angeliche: angeli scompaiono nella luce, tecnica innovativa che anticipa effetti luministici di B. Angelico.

Sotto trono di Vergine, tappeto anatolico con Grande Madre partoriente d’origine protostorica, qui con animali d’analoga allusione a Natura sovrana, motivo tipico del Kilim, tappeto-tessuto a stuoia, senza vello, prodotto dai Balcani al Pakistan, solo decorativo o coperta da preghiera.

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